ed è con questi pensieri e con quest'idea che ormai in me ha fatto ben più di una breccia che esco di casa, scendo le scale, salgo sul mio fedele scooter e mi avvio verso l'affascinante terrazza del Pincio, osservando il sole ed il cielo mentre attraverso la città eterna. Il Gianicolo, Piazza Venezia, il Quirinale, Via Veneto, Via Sistina, Trinità dè Monti, ed ecco la mia meta laggiù davanti ai miei occhi, con il verde dell'incantevole Villa Borghese che si estende fin quasi alla terrazza con uno dei panorami più belli di Roma.
percorro a piedi, in spalla l'immancabile zaino con l'attrezzatura, il sentiero verso la terrazza, testimone di tanti amori nati nel corso dei secoli, laddove i Papi amavano passeggiar, il primo giardino pubblico di Roma, voluto da Napoleone, e tra le passeggiate storiche è forse la più cara ai romani.
Osservo, per l'ennesima volta ma ogni volta con emozioni nuove, la splendida vista che si gode dal parapetto: piazza del Popolo sotto di me, il rione Prati, che sorge su quelli che, fino alla fine dell'Ottocento, erano i Prati di Castello, con dietro il Vaticano; il Gianicolo a sinistra e Monte Mario a destra con l'Hilton e le sue antenne, fino ad arrivare in fondo al Gazometro e, più vicino, il Vittoriano che sovrasta Piazza Venezia. Tutta Roma di fronte ai miei occhi, con il sole che scende lentamente verso l'orizzonte.
Ecco, proprio il sole è il protagonista di questi istanti: il sole che nella sua discesa sembra giocare con la cupola di San Pietro, chiamata dai romani "Er Cuppolone"; prima sembra avvicinarsi osservandolo dall'alto, poi pian piano si avvicina e sembra quasi prenderlo in giro, girandogli intorno prima da sinistra poi da destra, donando allo stupito spettatore uno scenario da brividi.
Il sole che gioca con il Cuppolone, i straordinari giochi di luce che si generano davanti ai miei occhi, i colori del tramonto, dal giallo intenso al rosa all'arancio al rosso, con le finestre ed i pertugi della cupola che come per magia vengono illuminati, come se prendessero fuoco, come se dalla cupola si sprigionassero fiamme infernali...
Come se tutte le anime si sprigionassero tutte insieme dalla cupola, vittime della Santa Inquisizione e delle torture nel corso dei secoli... Ecco che il sole scende accanto alla cupola, come se fosse una sua piccola continuazione luminosa, i colori pian piano di scuriscono...
Finchè della sfera arancione rimane alla vista solo un piccolo spicchio, lascia con un ultimo saluto alla cupola e alla città eterna, ed ai fortunati spettatori di un piccolo miracolo della natura...
Ecco quel che rimane alla fine del reportage: la sensazione forte di aver osservato ed immortalato uno spettacolo della natura che non capita tutti i giorni, una simbiosi della natura con la città, ombre e colori, il freddo dell'atmosfera riscaldato dal calore dei colori e dei giochi del sole. Con le mani mezze congelate ripongo la mia fedele reflex dentro lo zaino, con il cappello di lana in testa mi incammino verso lo scooter dando uno sguardo ai colori ancora presenti nelle sfumature del cielo, con un sorriso, consapevole di aver seguito l'idea giusta