C’è un tempo per la matita,
uno per l’obiettivo, uno per
la scrittura. E poi c’è il tempo
in cui ognuna di questa cose
si fonde in un unico risultato:
l’etereo istante che, al di là
della storia e dell’emozione,
viene catturato,
imprigionato, sfiorato da un
obiettivo che gli rende il
tempo rubato,
consegnandolo ad
un’eternità che diviene arte
storica.
Il senso dell’istante diventa il disegno di un obiettivo romantico, concreto ed
etereo.
È questo che fa della
fotografia di Matteo
Nardone un disegno che
ferma il tempo, lo scatto
preciso di un momento
indefinito.
Milioni di fotografie.
Espressioni, paesaggi, volti
che raccontano.
Strumenti immortalati
nell'attimo della creazione
musicale.
Scatti d’autore, che
segnano momenti storici
più dell'ovvietà di una
comune messa a fuoco,
inflazionata, ricercata sui
giornali. Lo scatto ritrova
anima, originalità, stile.
Se per un attimo il tempo volesse fermarsi, siamo sicuri che sceglierebbe la
mano di un poeta fotografo, che ha fatto della sua passione un servizio per gli
altri, un servizio per l'arte, per la storie, per gli eventi.
L'uomo passa, il tempo fugge mentre l’arte lo cattura, intrappolandolo
nell’estasi dell’espressione.
È così che la fotografia diventa storia. Il respiro cresce, l’obiettivo sceglie il
ritmo, l’uomo sceglie l’istante.
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